Il Benessere (da ben – essere = "stare bene" o "esistere bene") è uno stato che coinvolge tutti gli aspetti dell'essere umano:
Il nostro corpo, le nostre relazioni, la nostra mente, il nostro mondo emotivo, i nostri comportamenti.
Questi aspetti si influenzano l’un l’altro positivamente per generare uno stato generale di benessere, ma possono anche influenzarsi reciprocamente in senso negativo provocando un malessere generale.

Lo Studio di Psicologia e Ben-Essere ha come obiettivo principale quello di accompagnare le persone a ritrovare la strada che conduce al benessere nel rispetto della loro essenza.

martedì 19 giugno 2012

oh no mio figlio è stato bocciato



OH NO MIO FIGLIO è STATO BOCCIATO!!!!

La fine dell’anno scolastico è un periodo critico per i figli, ma anche per i genitori che sperano e vivono l’attesa dei risultati, a volte con più patos dei figli stessi.
Finalmente arrivano i tanto agognati quadri.. il dito scorre lungo i nomi
 dei ragazzi della classe e si cerca quello del proprio figlio … ma accanto cosa c’è?

“NON AMMESSO”

un mix di sentimenti, pensieri e stati fisiologici alterati ci pervade …
iniziamo a sudare, il cuore palpita e avvampiamo non solo per il caldo,
 l’arsura si fa sentire e un nodo in gola non ci permette di deglutire …
siamo delusi, arrabbiati, preoccupati, dispiaciuti … e iniziamo a pensare:
 “e ora come faremo?” “quando torno a casa mi sente!” “glielo avevo detto che avrebbe dovuto studiare!” “le vacanze? beh con questi risultati saranno un miraggio!!!” “sicuramente sarà stato l’insegnante di matematica.. ce l’ha sempre avuta con lui!!”
E’ chiaro che l’insuccesso scolastico dei nostri figli può destabilizzarci, ma non scordiamoci che se è accaduto bisognerà trovare un modo per accompagnare i nostri figli a superare quest’insuccesso che, se non guidato verso la soluzione e il superamento della difficoltà, potrà minare l’autostima e il senso di autoefficacia del ragazzo.
Prima di tutto ascoltiamo le emozioni del figlio non ammesso, anche se le nostre ci rapiscono l’attenzione è importante sforzarci di pensare che chi non è stato ammesso non siamo noi genitori, ma nostro figlio, è lui che sta subendo un insuccesso in prima persona e il nostro compito è di accoglierlo sempre nella sua sofferenza, prima ancora di dargli “una lezione”. Noi siamo la loro guida e se ci lasciamo travolgere dalle nostre emozioni rimaniamo in balia della stessa tempesta in cui si trovano loro, andando insieme alla deriva… ricordiamoci di mostrargli la bussola così da aiutarli a riorientarsi.

Come agire:
·         Accogliamo la sua delusione, rabbia, frustrazione; “mi dispiace di questo risultato deve essere stato molto brutto per te..” se abbiamo avuto un’esperienza analoga nella nostra storia scolastica la possiamo condividere proprio in quel momento, avrà un effetto rassicurante su nostro figlio “beh se è successo anche a te e sei comunque riuscito a superarlo ce la farò anche io”
·         Apriamo un dialogo sull’argomento, quando la tensione emotiva è scesa “come pensi di essere arrivato alla bocciatura.. cosa non ti ha permesse di essere promosso?” è importante rimanere calmi e mantenere un atteggiamento NON GIUDICANTE, se non siamo calmi aspettiamo ad aprire il dialogo.
·         Preveniamo insieme significa sempre all’insegna del dialogo e dell’ascolto ragionare su modalità più funzionali per affrontare la scuola l’anno che verrà.

In pratica l’insuccesso scolastico dei figli pone non pochi problemi educativi e familiari. La bocciatura dovrebbe essere considerata come il mancato raggiungimento di obiettivi scolastici e competenze raggiunte ma in genere viene vissuta dagli interessati come una bocciatura della persona e con relativo abbassamento dell’autostima.
Le responsabilità della bocciatura in genere viene suddivisa tra il nullo o scarso impegno del figlio e la mancanza di competenza della scuola. Tra le accuse reciproche, è facile che ci si dimentichi dell’obiettivo fondamentale: quello di superare le emozioni negative dovute all’insuccesso e ritrovare le motivazioni allo studio.
Il ragazzo dovrebbe essere sostenuto, sia da parte della famiglia che da parte della scuola, nel dare un senso alla bocciatura, aiutando il ragazzo a parlare del proprio percorso scolastico. Individuare insieme i segnali che potevano predire l’esito negativo, in modo da poter ritrovare gli obiettivi che i genitori o i figli si sono prefissati. Rintracciare nella voglia di studiare non solamente un dovere sociale, ma anche un piacere di poter studiare con calma e serenità per realizzare il proprio futuro.
Minimizzare o esasperare l’accaduto serve a poco, come già detto la famiglia dovrebbe aiutare a riconoscere l’emozione che si sta provando, individuare le cause e interrogarsi sul percorso scolastico migliore per le capacità della persona. Trasformare l’emozione negativa in reazione costruttiva, che riconoscono le proprie responsabilità e metto in atto speranza e grinta per riprendere il cammino verso il futuro scolastico.

È bene chiarire perché una bocciatura può ledere l’autostima e quindi è importante spiegare cosa è l’autostima e cosa è in particolare l’autostima scolastica:
L’autostima deriva dalla discrepanza tra il Sé percepito e il Sé ideale.
Il concetto di Sé, e di conseguenza l’autostima, è articolato in varie dimensioni correlate agli aspetti della vita che sono importanti per noi.
le principali dimensioni dell’autostima riguardano:
L’autostima sociale (o interpersonale): comprende i sentimenti della persona riguardo a se stessa come amica di altri. Le altre persone la considerano simpatico? Apprezzano le sue idee? La ricercano per coinvolgerla in attività? E’ soddisfatta delle relazioni che intrattiene con gli altri?
L’autostima familiare: riflette i vissuti che una persona prova come membro della propria famiglia. Chi sente di essere un membro apprezzato della sua famiglia, che dà il proprio contributo e che si sente certo dell’amore e del rispetto di genitori e fratelli, avrà un’alta autostima in questo ambito.
L’autostima corporea: è una combinazione di aspetto fisico e di abilità. Consiste nella soddisfazione che una persona prova rispetto al proprio corpo e alle proprie prestazioni. Culturalmente le ragazze sono più attente agli aspetti estetici e i ragazzi alle performance atletiche. Negli ultimi anni, però, i ruoli tradizionali stanno subendo dei cambiamenti.
L’insieme di queste valutazioni costituisce l’autostima globale quindi la propria idea (concetto) di Sé.
L’autostima scolastica: è il valore che l’individuo attribuisce a se stesso come studente. Questa dimensione non è semplicemente una valutazione delle capacità e dei successi scolastici. Questi, infatti, vengono comparati con le proprie aspettative. Se si riesce a raggiungere i propri standard di successo scolastico (standard modellati dalla famiglia, dai compagni e dagli insegnanti), allora la propria autostima scolastica sarà positiva.
Le cause della bassa autostima possono essere dovute ad un ideale di Sé troppo elevato, ad una percezione distorta di Sé o ad un’oggettiva disabilità.
Le cause della bassa autostima possono essere dovute ad un ideale di Sé troppo elevato, ad una percezione distorta di Sé o ad un’oggettiva disabilità.
Migliorare l’autostima è possibile, ma è necessario individuare a quale livello e in quale dimensione deve essere posta la causa responsabile del basso livello di stima di sé. Così, una bassa autostima scolastica può essere compensata da una buona autostima sociale e familiare oppure una scarsa autostima corporea può essere compensata da un’alta autostima scolastica. L’eventuale intervento potrà perciò riguardare il ridimensionamento degli ideali irreali, la modificazione dell’auto-percezione o il potenziamento delle abilità. Se le difficoltà legate alla scuola, allo studio o alla relazione tra genitori e figli sembrano più complesse e difficili da superare si può pensare di cercare un dialogo con la scuola e se è il caso consultare uno psicologo.