Il Benessere (da ben – essere = "stare bene" o "esistere bene") è uno stato che coinvolge tutti gli aspetti dell'essere umano:
Il nostro corpo, le nostre relazioni, la nostra mente, il nostro mondo emotivo, i nostri comportamenti.
Questi aspetti si influenzano l’un l’altro positivamente per generare uno stato generale di benessere, ma possono anche influenzarsi reciprocamente in senso negativo provocando un malessere generale.

Lo Studio di Psicologia e Ben-Essere ha come obiettivo principale quello di accompagnare le persone a ritrovare la strada che conduce al benessere nel rispetto della loro essenza.

giovedì 13 settembre 2012

primo giorno di scuola.. che emozione?

PRIMO GIORNO DI SCUOLA ... CHE EMOZIONE?

Ogni passaggio di autonomia dei figli lascia i genitori col fiato sospeso “ce la farà? Non lo ha mai fatto prima d’ora…” il primo giorno al nido, alla materna, alle medie o alle superiori si torna a vivere l’intensità di un cambiamento importante, ci riporta indietro al nostro primo giorno e ci sentiamo pervasi da una serie di reazioni emotive e fisiologiche che a volte ci può far barcollare …

Il primo giorno di scuola è sicuramente un momento atteso ed emozionante per i genitori, per i figli e  per gli insegnanti.

EMOZIONI dei GENITORI
EMOZIONI dei FIGLI
EMOZIONI degli INSEGNANTI
Sollievo per poter condividere con la scuola le gestione dei figli
Gioia di ritrovare gli amici
Preoccupazione per la ripresa della nuova classe
Paura di non sapere se il bambino se la caverà
Paura di trovarsi in una scuola nuova, con compagni nuovi, ecc..
Gioia di ritrovare il proprio lavoro
Fiducia nella scuola e nelle capacità del bambino
Ansia per non aver finito i compiti per le vacanze
Entusiasmo nel cominciare con il piede giusto
Speranza che tutto vada bene
Speranza di trovare quello che si aspettano
Ansia per i programmi sempre più impegnativi da portare avanti
Tenerezza verso un figlio che cresce
Noia nel dover stare seduti tutto il giorno
Speranza che le situazioni si possono affrontare, anche se impegnative
Ansia per il tipo di cibo, per il compagno di banco irruento, per l’insegnante che non capisce il figlio, ecc…
Curiosità di cosa li aspetta, dai compagni agli insegnanti
Impegno per un nuovo anno


Questi sono solo alcuni dei sentimenti che ogni protagonista di questa avventura può provare al rientro dalle vacanze.

È importante tenere presente che esistono queste tre categorie di persone coinvolte e che, ognuna di queste può vivere emozioni diverse, dettate da motivazioni e aspettative diverse, ma che inevitabilmente si troveranno a coesistere nello stesso momento. Questa coesistenza può tradursi in un momento intenso positivo o anche molto negativo.
È importante che almeno i genitori e gli insegnanti sappiano decifrare cosa provano, perché saranno proprio loro (i genitori a casa e gli insegnanti in classe), a guidare i bambini nel contenere, comprendere a andare oltre l’intensità emotiva che i piccoli o più grandi alunni si trovano a vivere.  Infatti se non siamo chiari con il nostro vissuto emotivo, rischiamo di confonderlo con il vissuto emotivo del bambino e questo può essere disorientante.

Vediamo nel dettaglio cosa è importante sapere in base all’età del bambino e al grado di scuola che l’alunno andrà ad affrontare.

Nido
Il bambino tra i 7 mesi e i 2 anni sperimenta l’angoscia da separazione, in questa fascia d’età ancora ha bisogno di sperimentare attraverso l’esperienza per capire cosa aspettarsi. Infatti non sa che se la mamma lo lascia tra le braccia dell’educatrice del nido, la mamma tornerà a prenderlo, ha bisogno di sperimentarlo probabilmente piangerà, durante il giorno sarà più nervoso anche a casa, ma poi l’esperienza diventerà sempre più familiare e si trasformerà in routine che gli darà sicurezza. 
Per il genitore affidare il proprio figlio la prima volta ad un estraneo non sempre è facile, è il primo vero distacco e spesso è il genitore per primo a non essere pronto; così può vivere: senso di colpa, ansia o anche essere fiducioso e sicuro che, anche se difficile sul nascere, sarà un esperienza positiva per il bambino e per la famiglia.
Che fare?
Prima di tutto rilassatevi, il vostro disagio, se presente verrà captato immediatamente dai vostri figli che si sentiranno poco rassicurati …
allora Genitori stringete i denti! fate un bel respiro, un sorriso dolce e gentile ai vostri cuccioli, fidatevi del personale del nido e del vostro bambino! Inoltre mantenete aperta la comunicazione con le educatrici pensando a loro come ad un importante risorsa, così come voi lo siete per loro, collaborando per il meglio dei vostri bambini nel percorso di crescita e di autonomia che li aspetta.

Scuola materna
Il bambino dai 3 anni ai 5 anni è pronto a sperimentarsi nella scoperta delle relazioni sociali con i coetanei, è un periodo di profondi cambiamenti e l’ingresso alla scuola materna è un passo significativo. In questa fase l’angoscia da separazione dei primi due anni si può trasformare in ansia, molti bambini hanno già verificato che la mamma può uscire ma poi torna, lo può lasciare dai nonni per poi tornare, ma il contesto scuola è nuovo, le maestre molte volte non le conoscono e i compagni sono una novità. Anche i bambini  che hanno frequentato il nido vivono un’esperienza nuova e diversa.
Le reazioni sono comunque molto differenti, in generale un bambino appartenente a questa fascia d’età si adatta al cambiamento in un periodo che va da 2 a 6 settimane, se il bambino continua a manifestare comportamenti inconsueti (irrequietezza, scatti di rabbia, pianto, mal di pancia frequenti, inappetenza la mattina prima di uscire, rifiuto scolastico, ecc) oltre i due mesi dall’inizio della scuola, sarà importante comprendere la motivazione perché potrebbe celarsi un disagio più importante.
Nel genitore può accadere la stessa cosa che accade ad un genitore del nido e suggerimenti sul da farsi sono equivalenti.

Scuola primaria
Il bambino dai 6 ai 10 anni è in grande cambiamento è questa un’età in cui oltre all’impegno scolastico il bambino è chiamato a rispettare le regole in modo più incisivo di quanto non sia accaduto alla scuola materna, i limiti e gli insegnamenti sono sempre più strutturati e la valutazione del profitto e del comportamento mette le radici nell’autovalutazione del bambino e nello sviluppo della sua autostima, inoltre i rapporti con i compagni ormai sono caratterizzati da amicizie importanti. Spesso i bambini cambiano scuola e per i  primi giorni, ma non solo, hanno bisogno di rassicurazione e se anche il genitore è emozionato è importante che condivida quest’emozione col bambino, magari raccontandogli il suo primo giorno di elementari. Dal punto di vista pratico sarebbe buona cosa creare la routine di preparare il necessario per la scuola (lo zaino, i vestiti, ecc …), la sera prima insieme al figlio (e non al posto del bambino). Le routine di questo tipo danno sicurezza e fanno sentire il bambino accompagnato e accudito, magari proprio in questi momenti si può approfittare per condividere il reciproco vissuto emotivo.
Anche in questa fase sarà importante mantenere rapporti di fiducia con le insegnanti e instaurare una buona comunicazione.

Scuola secondaria di primo grado
Il ragazzo dagli 11 ai 14 anni è nella fase pre-adolescenziale, il gruppo di pari diventa il suo primo confronto e il genitore diventa una persona da cui differenziarsi, a volte scontrandosi attraverso attacchi e comportamenti atipici, molto diversi da quelli incontrati fino a quel momento. I ragazzi si confrontano molto con gli altri compagni e da questo confronto traggono considerazioni sul loro modo di essere e su quanto si sentono accettati dagli altri. Qui l’ansia si manifesta prevalentemente nei termini di ansia sociale (paura del giudizio degli altri, specialmente dei coetanei).
Il genitore sarà chiamato ad accompagnare il figlio nel passaggio alla scuola media ascoltando profondamente e guidandolo delicatamente. Non ci si aspetta che parli sempre esplicitamente, e se non lo fa iniziate voi genitori, raccontando la vostra esperienza nelle varie difficoltà che avete incontrato e superato senza trascurare né le difficoltà, né le modalità con cui queste sono state superate, siete il loro modello ed è importante che gli diate il messaggio “anche per me alcuni momenti sono stati difficili, ma con il tempo e con la mia volontà li ho superati, anche se come te, non credevo di potercela fare..”. un messaggio di questo tipo dà al figlio la dimensione di umanità del modello “non è un superuomo perfetto, ma se la sa cavare nelle difficoltà”.

Scuola secondaria di secondo grado
I ragazzi della scuola superiore si sentono quasi adulti, ma non essendolo realmente hanno ancora molti dubbi che non confessano neanche a loro stessi, sono nel pieno della differenziazione dai genitori, e molte volte si relazionano solo a distanza, attraverso silenzi e scontri. Qui la scuola ha un ruolo decisivo, infatti i ragazzi tendono a seguire come modello un adulto esterno alla famiglia (un insegnante, il genitore di un amico, un allenatore), e il gruppo di pari diventa il branco con cui passare il tempo.
Il genitore non sarà chiamato a controllare da vicino ogni singolo momento del figlio, ma sarà importante essere a conoscenza degli amici che frequenta, lasciando che il figlio inviti in casa i suoi amici, mantenendo dei rapporti di fiducia con i genitori di cui spesso parla il figlio o che sappiamo che frequenta, e con gli insegnanti sempre una buona comunicazione per avere un confronto sul ragazzo dal loro punto di vista. È il momento di spiccare il volo, alcuni si buttano e volano senza problemi, altri chiedono ancora molto la presenza dei genitori, anche per essere accompagnati a scuola, importante assecondarli, ma in entrambe i casi valutare il loro grado di autonomia.
Nel primo caso  verificare attraverso il confronto con gli insegnanti che il figlio frequenti la scuola e se la sua autonomia è funzionale all’impegno scolastico.
Nel secondo caso sarà importante comprendere dopo i primi giorni se il ragazzo è in grado di affrontare la scuola sia accompagnandolo, sia andandoci da solo, se mostrerà paura o ansia eccessiva tanto da non permettergli di andare o da renderlo estremamente faticoso, sarà importante indagare e aiutarlo a superare tale difficoltà magari rivolgendosi ad una persona competente.

PER TUTTI

  • Aiutiamo i nostri figli a ripristinare un ritmo sonno/veglia adeguato ai ritmi scolastici
  • Manteniamo buoni rapporti con la scuola e con gli insegnanti pensando alla scuola come una risorsa .. fidiamoci di loro e affidiamogli i nostri figli
  • Creiamo momenti di routine di preparazione al giorno di scuola che verrà
  • Riconosciamo le nostre emozioni e differenziamole dalle loro
  • Ascoltiamoli e lasciamo che ci raccontino come si sentono e cosa hanno vissuto, in seguito comunichiamo loro come ci sentiamo nel guardarli crescere
  • Confrontiamoci con loro e condividiamo le nostre esperienze dei nostri primi giorni di scuola

Infine mandiamoli a scuola pensando alle parole di Erma Bombeck

I FIGLI SONO COME GLI AQUILONI.....passi la vita a cercare di farli alzare da terra. Corri e corri con loro fino a restare tutti e due senza fiato.... E tu rappezzi e conforti, aggiusti e insegni... Li vedi sollevarsi nel vento e li rassicuri che presto impareranno a volare... Infine sono in aria: gli ci vuole più spago e tu seguiti a darne... E a ogni metro di corda che sfugge dalla tua mano, il cuore ti si riempie di gioia e di tristezza insieme... Giorno dopo giorno, l'aquilone si allontana sempre di più, e tu senti che non passerà molto tempo che quella bella creatura spezzi il filo che vi unisce e si innalzi, come è giusto che sia, libera e sola.... Allora soltanto saprai di avere assolto il tuo compito...
(Erma Bombeck)